Impianto Micro Biogas - MAD

Il progetto MAD (Micro Anaerobic Digester) nasce dalla constatazione dell'assenza sul mercato di soluzioni tecnologiche atte ad offrire al comparto agronomico e zootecnico soluzioni per il recupero energetico degli scarti prodotti dalle piccole/medie realtà: il cosiddetto micro biogas.
Gli ingenti investimenti in questo settore, infatti, sono orientati per la quasi totalità dei casi verso impianti biogas di grossa taglia (250 ÷ 1000kW), per i quali molto raramente sono sufficienti gli scarti provenienti dall'azienda agricola che li ospita. Questo tipo di impianti costringe gli esercenti ad adottare colture energetiche dedicate (mais, triticale, ecc…) per garantirne la continuità di esercizio, sottraendo di conseguenza ettari di terreno agricolo al tradizionale uso alimentare ed influendo negativamente sia sui prezzi delle derrate che sui ricavi dell'agricoltore. Le motivazioni di questa scelta, unitamente a dichiarati obiettivi di massimizzazione del profitto, derivano dal fatto che la tipologia di azienda agricola ideale per questo tipo di applicazioni (numerosi capi d'allevamento e grossa disponibilità di terreno) è piuttosto diffusa nel centro-nord Europa, dove questa tecnologia ha trovato maggiore sviluppo, e nel nord Italia: l'83% degli impianti di digestione anaerobica italiani, infatti, è installato in nord Italia.
Anche se fino alla fine dello scorso anno non ci sono stati vincoli, se non di natura etica, all'utilizzo di risorse alimentari per la produzione di energia, l'orientamento attuale della UE è quello di scoraggiare questa pratica attraverso un corpo normativo dedicato (Official Journal of the EU, 19/06/10), parzialmente recepito in Italia nell'ultimo Decreto Rinnovabili. Una maggiore attenzione verso l'effettiva sostenibilità dei bio-combustibili, unitamente alla saturazione della domanda da parte delle grosse aziende agricole, limiterà nel medio periodo la crescita dei proventi legati alla diffusione di questa tecnologia così come si è sviluppata negli anni, e aprirà necessariamente nuovi spazi di mercato per soluzioni orientate ai piccoli impianti.
Una fetta ad oggi inesplorata del mercato del biogas è rappresentata da piccoli e medi allevamenti (50 ÷ 200 capi bovini adulti), molto diffusi nell'Italia centro-meridionale. Questa tipologia di azienda, infatti, non ha avuto ancora la possibilità di investire nel settore delle agro-energie a causa dell'assenza sul mercato di risposte tecnologiche adatte alle loro necessità. La loro sopravvivenza è inoltre messa in discussione dalle difficoltà di un comparto in crisi come quello agro-zootecnico, dove il costo dell'energia ha oltretutto un peso importante.

L'impianto MAD, la cui taglia indicativa è di 10kW elettrici (30kW termici), è pensato per essere un impianto biogas economicamente sostenibile nonostante la piccola taglia, questo anche grazie ad una filosofia progettuale innovativa rispetto agli impianti di digestione anaerobica tradizionali. L'idea concettuale alla base del progetto ricalca infatti i primi impianti biogas, apportandovi però numerose innovazioni che lo rendono efficiente e al passo con i tempi.
Il MAD è progettato per essere alimentato con una vasta varietà di residui organici (letame, scarti agricoli non legnosi, ecc…) garantendo un'elevata efficienza con volumi di ingombro ridotti. All'uscita dell'impianto si ottiene il biogas, dal quale si può produrre sia calore ed elettricità attraverso un cogeneratore sia semplicemente calore attraverso una caldaia, e un residuo liquido ad elevato potere fertilizzante.
Come si può vedere dallo schema di principio rappresentato in figura, il MAD è stato inizialmente concepito per essere alimentato esclusivamente da deiezioni animali, pur consentendo la digestione di un'ampia gamma di scarti provenienti dall'agricoltura: l'impianto è stato progettato per permettere l'ottimizzazione di tutti i parametri di processo con il variare dell'alimentazione.
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L'adozione di un impianto MAD consentirebbe quindi un taglio netto della spesa sostenuta in azienda per il riscaldamento e l'acquisto di ammendanti e fertilizzanti. Inoltre l'energia elettrica prodotta può essere rivenduta al gestore della rete (GSE) a tariffa incentivata, creando un'ulteriore fonte di reddito per l'azienda.
Un altro potenziale vantaggio economico è il taglio dei costi di smaltimento del letame in eccesso per le aziende che non dispongono di sufficiente superficie coltivata o che sono comunque impossibilitate nello spandere le deiezioni sul terreno.
Un altro vantaggio del MAD è la sua struttura autoportante, realizzata integralmente in officina. Questa non richiede infatti autorizzazioni per costruzione di strutture fisse in calcestruzzo e/o modifiche strutturali che presentano difficoltà connesse all'iter autorizzativo e potrebbero essere problematiche per alcuni tipi di azienda. La realizzazione in officina comporta, inoltre, un abbattimento dei tempi e dei costi di installazione.

La diffusione di questa tipologia di impianto può facilmente estendersi a ulteriori soggetti interessati allo smaltimento di rifiuti organici, alla depurazione delle acque reflue e alla produzione di energia rinnovabile a basso costo e a impatto ambientale nullo: strutture ricettive e/o ricreative, piccoli comuni e società interessate alla sostenibilità energetica e alla riduzione dell'impatto ambientale. In generale ogni realtà che comporta la produzione di rifiuti biodegradabili, può avere interesse nell'adottare il MAD.

La prospettiva del duplice beneficio economico e ambientale ci ha spinti a progettare il MAD e a effettuare una prima valutazione tecnico-economica dell'impianto la quale, sottoposta a diversi soggetti operanti nel campo della zootecnia, ha registrato un vivo interesse. A seguito di un periodo di prove sperimentali, il progetto MAD può aprire un nuovo fertile filone di mercato e proporsi come un prodotto che favorisca la conservazione del patrimonio agricolo e quindi culturale italiano, il rispetto dell'ambiente, la diversificazione del reddito e la produzione di energia da fonti rinnovabili e disponibili localmente.

Come EquiWatt stiamo portando avanti con risorse interne lo sviluppo del MAD, visto che identifica pienamente il nostro punto di vista sulla sostenibilità ambientale, l'autosufficienza energetica, la corretta gestione dei rifiuti e l'eticità della produzione industriale. Allo stato attuale abbiamo ultimato la fase progettuale e stiamo cercando fondi per realizzare l'impianto pilota.